top of page

Celletta Madonna del Rosario

 

Secondo credenze medioevali, streghe e diavoli si davano convegno nei crocicchi di campagna, e qui, per allontanare il pericolo di spiacevoli incontri, venivano di preferenza ubicate le cellette.
La celletta poteva essere edificata anche nel luogo dove era apparsa la Madonna o si era manifestato un miracolo.
La celletta è sempre un edificio benedetto e dà certezza che il maligno lì non si soffermi. Essa è quindi meta o tappa di processioni religiose, luogo di preghiere propiziatorie e breve rifugio, nonché punto di riferimento,  per i viandanti durante i loro pellegrinaggi.
Le cellette appartengono di solito alle comunità o ai privati, ma ponendosi al suo interno immagini sacre, il clero vigila affinché si tratti di quelle ammesse al culto cattolico.
L’usanza di rogare nelle cellette è poco comune, ma la necessità di citare un luogo preciso e noto quando un atto non può essere redatto nell’abitazione del notaio, rende utile questa scelta. Un atto è rogato nella mistadella (celletta) di Catocchio nella corte di Gattara il 9 luglio 1699.
Poca cosa è una celletta di fronte ai grandi monumenti dell’antichità ma non di meno un bene prezioso perché testimonia la vivacità di un culto diffuso capillarmente in ogni più recondito sito della nostra regione.
Caratteristica che individuiamo nella celletta della Madonna del Rosario è la presenza ai lati dell’ingresso di due bassi muri dotati di una lastra sommitale assai spessa, molto diffusa negli esemplari più rustici. La celletta in questione rappresenta una rarità poiché una delle poche rimaste nel suo genere e che si erge ancora pressoché intatta. Al momento della sua costruzione si ergeva su di un trivio che collegava il castello di Gattara alla Toscana, oggi ridotto a semplice mulattiera. La celletta in questione è databile fine 500, inizi 600 ed è quindi fra le primissime della Valmarecchia.

bottom of page