top of page

Miratoio

 

 

 

Il toponimo Miratoio deriva dal latino volgare “miratorium”che si traduce con “osservatorio” ma anche “belvedere o poggiolo”. Castrum Miratorii fu la prima denominazione di questo insediamento i primi abitanti credettero opportuno incastellarsi in questo luogo che ben si prestava alla osservazione ed alla difesa.

Le prime notizie storicamente certe risalgono al 1223 quando, i conti Ugo e Ranieri acquistano per 1.100 lire ravennati il castello di Miratoio, il cui territorio comprendeva anche il castello di Belvedere  (Ancora esistente come villaggio presso Ponte Presale).
La presa di proprietà di Miratoio tuttavia non risulta pacifica, infatti Guido di Miratoio, il venditore dell'omonimo castello, nel 1232  stipula con il comune di Rimini una convenzione, in cui sottopone le sue terre fra cui anche Miratoio (nonostante non ne fosse più in possesso dal 1223). Lo stesso trattato era già stato concluso, dai conti di Carpegna un mese prima.
Nasce così tra i conti di Carpegna e Guido di Miratoio un conflitto di interessi poi sfociato in armi. Nello stesso anno il podestà di Rimini, con l'appoggio di 25 balestrieri inviati da Urbino, interviene per mettere pace fra i due contendenti. La vicenda si conclude con il prevalere dei Carpegna, e da li a poca si eclisserà la stella della nobile famiglia di Miratoio.

Nei primi decenni del 1300 i Tarlati di Arezzo conquisteranno il castello di Miratoio.
I conti di Gattara si adoperarono in ogni maniera per difendersi, compiendo numerode incursioni armate contro Mercatello, Colcelalto, Castel della Pieve e S. Donato, terre queste dei Tarlati, inoltre gli abitanti di Gattara e di Bascio sudditi di Ribaldo compiono incursioni contro Miratoio, che risultava in quel momento territorio dei Tarlati "ad terram nostram Miratorii".
Le ritorsioni dei conti di Gattara si spingono fino nel cuore del comitato aretino, sulle terre del Borgo S. Sepolcro.
Nel 1337 la parabola positiva dei Tarlati termina, costringendo questa famiglia alla sottomissione al comune di Firenze, termina così l’impari lotta dei conti di Gattara che aveva portato la piccola contea sull'orlo della scomparsa, Miratoio ritorna a Raniero.

Il 7 settembre durante la guerra tra Malatesta e Montefeltro l'esercito del Piccinino fa flagello dei castelli fedeli ai Malatesta cadono e sono saccheggiati Miratoio, Scavolino, Bascio e il borgo di Gattara ma di questa si salvò la rocca.

A seguito alle divergenze nella famiglia Carpegna, che porteranno alla divisione in due contee separate, il 4 dicembre 1463 il castello di Miratoio passò assieme a quelli di Gattara, Bascio e Scavolino nelle mani del Conte Francesco.

Nel 1509 i sudditi di Miratoio e Bascio si ribellano contro il loro signore Francesco di Gattara, sembra su istigazione di Francesco Maria della Rovere. Ma la rivolta rientrò grazie alla mediazione di Firenze.

 

Fonti:

www.pennabilliturismo.it
D. Palloni, G. Rimondini, Il Montefeltro 2
F. V. Lombardi, La contea di Carpegna
F. V. Lombardi, Il Montefeltro 2
www.montefeltro.net

 

 

II convento appartenne agli agostiniani eremitani
fin dal XII secolo; il monastero rimase in vita fino al 1650, quando venne soppresso con bolla di papa Innocenzo X. II complesso conventuale risale al 1127, come risulta da
un'iscrizione rinvenuta nel 1739, all'interno di un'urna in marmo sotto l'altare maggiore, e come parrebbero confermare alcune porzioni murarie di età romanica alla base del campanile.

Dell'antico edificio medievale si conservano un bel portale posto sotto il porticato, alcune iscrizioni gotiche scolpite su pietra nel muro di facciata, in particolare quella che ricorda l'anno di fondazione "Anno Domini 1127 - Eremita Sancti Augustini", e una pietra scolpita con la pianta di un sandalo (secondo la tradizione
sarebbe quello del beato Rigo da Miratoio).

Al convento di Miratoio è unita la figura del beato Rigo da Miratoio o Rico (da Enrico), eremita agostiniano vissuto nel XIV. che condusse una vita esemplare, in solitudine
e in penitenza, e che amava ritirarsi in contemplazione nelle grotte naturali sul monte alle spalle del paese. Alla sua morte, avvenuta nel 1347, fece seguito fin da subito
una grande venerazione. Le reliquie del santo sono ancor oggi custodite all'interno di un'urna nella chiesa.

 

Fonti:

Comune di Pennabilli

 

Convento Agostiniani

 

 

bottom of page