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3 ottobre 1232 il contenzioso di Miratoio


Il 3 ottobre 1232, come riporta Luigi Tonini, «i Signori del Miratoio, Guido cioè e Rainerio fratello del fu Alberico dal Miratoio, e similmente Ugolino e Paganuccio pupilli, figli di detto Alberico, condotti nel Consiglio dì Rimini da Ugolino Ridolfi da Lauditorio lor zio, si sottoposero ciascuno a tulle le fazioni cui i cittadini di Rimino tenuti fossero, e ricevendo perciò la cittadinanza rimlnese, e con essa la protezione e difensione del nostro Comune, tanto per le persone quanto per le terre, ville, e uomini loro». La “protezione e difensione” del Comune di Rimini non è per Miratotio, ma verso chi invece voleva riprendere il castello sotto il suo dominio: il Conte di Carpegna, a sua volta cittadino di Rimini. Fra le clausole del cittadinatico concesso al Conte di Carpegna nel 1228 e rinnovato nel settembre di quel 1232 [...] c’è anche quella di sostenere le sue rivendicazioni e Miratoio è una di queste. Tant’è vero che Rimini aveva richiesto aiuti armati anche a Urbino, sulla base dei trattati, per ridurre i ribelli alla ragione. Capo di costoro era proprio quell‘Ugolino Ridolfi di Auditore che si era impossessato illegittimamente del castello. A Urbino era allora podestà Ugolino de’ Parcitade, della famiglia ghibellina allora egemone in Rimini, che dolendosi di non poter fare di più aveva inviato 25 balestrieri. Le prime notizie sul castello di Miratoio risalgono al 1140, quando apparteneva a Nolfo di Carpegna; passò poi a suo figlio Guido che nel 1223 lo vendette appunto a Rainerio di Carpegna. Probabilmente in occasione di questa compra-vendita fra congiunti si erano inserite, non sappiamo a quale titolo, le pretese dei Ridolfi. Prima di arrivare alla guerra vera e propria, la mobilitazione convince Ugolino e i suoi a mollare l’osso. Diventano sì cittadini riminesi, ma soprattutto tornano sudditi dei Carpegna. Se non che i Ridolfi riusciranno in seguito a impadronirsi di nuovo della posizione; ma ai primi del ‘300 ne sono scacciati, o la vendono, ai ghibellini Tarlati, potente famiglia vescovile di Arezzo. Ne nasce un lungo conflitto con i guelfi Conti di Gattara, fautori dei Malatesta, che compiono scorrerie contro Mercatello, Colcelalto, Castel della Pieve e S. Donato e fino a Borgo S. Sepolcro, tutte terre dei Tarlati. Nel 1337 Arezzo e i Tarlati soccombono a Firenze e nel 1355 Miratoio va a Pietro da Gattara [...] Estratto da: https://www.chiamamicitta.it/3-ottobre-1232-miratoio-si-sottomette-al-comune-rimini/

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